Passando dalla geologia al confronto fra Eraclea e Jesolo. L'origine geologica del tratto pianeggiante del territorio ove sorge Eraclea, è stimata essere piuttosto recente: si calcola che la sua formazione non possa risalire a più di 10000 anni fa, mentre l'intera pianura Padana è stimata avere un'età tra i tre ed i quattro milioni di anni. La pianura è sorta a seguito di deposizioni successive di materiale alluvionale che, accumulatosi alle foci dei fiumi, ha provocato prima l'abbassamento del livello del mare e, di conseguenza, il progressivo riempimento di quel grande golfo dell'Adriatico che, un tempo, arrivava nei pressi di quella che oggi è la città di Torino. All'origine del tratto pianeggiante litoraneo si trova l'opera di alcuni fiumi, in particolare Piave e Tagliamento. Il sedimento trasportato dai fiumi, combinatosi con l'azione delle onde e del vento, ha portato alla formazione delle spiagge che, progressivamente, hanno isolato ampi tratti di mare, separandoli dalle acque libere e dando così origine alle lagune. Il litorale è basso e sabbioso, con lidi a profondità variabile. Nota caratteristica di questo tratto di litorale è la presenza della duna, spesso suddivisa in più cordoni, tutti paralleli al mare. Quello che altrove è stato distrutto dall'opera dell'uomo, basti pensare semplicemente a come è stata modificata la vicina spiaggia di Jesolo, ad Eraclea si è in parte salvato. Il clima tipico del litorale alto Adriatico, viene definito con il termine "temperato umido ad estate calda". La cosiddetta "Perla dell'Adriatico" è una spiaggia lunga un chilometro e mezzo, ancora in parte integra ed incontaminata, soprattutto se confrontata con le spiagge vicine, fortemente urbanizzate. La morfologia del territorio litoraneo di Eraclea ha conservato alcuni aspetti tipici della struttura originaria. Il panorama originario mostrava un territorio sabbioso, di profondità non uniforme, caratterizzato dalla presenza di cumuli di rena o erosione. Sono proprio queste dune a rappresentare il dato più originale del paesaggio, vera e propria barriera naturale parallela al bagnasciuga. Oltre questa prima linea, ne esistono altre, create dai fenomeni atmosferici, sulle quali la vegetazione prosperava, trasformando col passare del tempo dei franosi cumuli di sabbia in dune resistenti alla continua pressione del vento e delle onde. Alle spalle di questa insuperabile barriera naturale, regnava la palude. Tutto il territorio eracleense, a partire dal XVI secolo, era invaso dall'acqua ed il panorama che si poteva presentare ad un ipotetico viaggiatore era quasi surreale, diviso in tre fasce ben distinte: il mare, il sistema delle dune a formare una barriera, gli acquitrini paludosi. Una parte di tutto ciò è ancora oggi esistente, nonostante la presenza umana abbia alterato notevolmente la fisionomia della spiaggia: i pini marini, ora elemento caratteristico del litorale, sono una "invenzione" piuttosto recente, per non parlare delle barriere artificiali anti erosione, costruite ai tempi della bonifica per proteggere la spiaggia dalla continua ed inarrestabile opera di erosione del mare. Nessun commento | Aggiungi ai preferiti (761) | Copia sul tuo sito |